Approfittando della mia ultima (fugace) permanenza genovese, ho spinto le
ruote della vecchia Kastle un po' più a Levante del solito. Tra i tanti viaggi
che prima o poi mi piacerebbe affrontare c'è sicuramente la
via Francigena, che vorrei raggiungere partendo da Genova e superando
la provincia di La Spezia per poi proseguire in terra di Toscana. Ma non era
questo il momento di lasciarsi andare, anche perché vorrei percorrerla in
sella a Virtudes. Questo breve assaggio, però, mi ha risollevato il morale in
un momento in cui avevo bisogno di farmi soffiare un po' il vento in faccia.
In realtà, mi trovavo nei pressi di Chiavari, ma per rendere
l'escursione meno impegnativa sia in termini di tempo che di fatica, ho
deciso di fare i primi chilometri in treno. Le previsioni meteo davano
possibili temporali e acquazzoni anche violenti, cosa che mi ha tenuto sulle
spine fino all'ultimo. Invece, al mattino il cielo si presentava coperto ma
con la promessa di schiarite, per cui ho preso il regionale delle 8:13
(ovviamente in ritardo) e intorno alle 9:00 ho raggiunto Framura,
piccolo paese a picco sul mare che mi trae tanti ricordi di estati passate.
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Il porticciolo di Framura e il caratteristico scoglio di
Ciamia sormontato dalla statua della Madonna del Mare
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Da qui inizia un percorso ciclopedonale, raggiungibile tramite ascensore o per
una ripita scalinata, che ricalca la linea della vecchia ferrovia. Come nel
caso della Ciclabile dei Fiori nella Riviera di Ponente e di altri
tracciati visti in Francia e in Spagna, anche questa pista sfrutta tunnel e
viadotti ferroviari ormai dismessi. Si tratta di un tratto piuttosto breve
(5km), ma molto suggestivo e frequentato da una quantità di famiglie, runners
e villeggianti, soprattutto nei weekend. Ho già percorso questa pista qualche
anno fa in direzione contraria, e mi è sembrato un ottimo modo per scaldare i
muscoli prima della salita che mi porterà verso il vero obiettivo di questa
escursione.
Essendo venerdì mattina mi trovo a pedalare quasi da solo fino a
Bonassola, dove mi fermo un attimo ad osservare le onde e alcuni
surfers pronti a cavalcarle. Poi proseguo d'un fiato fino
a Levanto, dove la presenza di stranieri è ancora notevole in
questa fine settembre quasi autunnale. Mare grosso, un po' di vento e grigi
nuvoloni, che piano piano scivolano verso Ovest lasciando spazio al sereno.
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Queste, più che bici, devono essere gli ex-voto offerti dai paesani alla Vergine Maria... |
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La spiaggia di Bonassola |
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L'ultimo tratto di ciclabile prima di arrivare a Levanto |
Dopo una seconda colazione in uno dei tanti bar del centro levantino, inizio
la salita sulla strada provinciale che va verso levante. In una decina di
chilometri e qualche tornante non troppo impegnativo, supero il paesino di
Legnaro e mi porto a quota 550 metri sul livello del mare. L'ambiente
si fa verdeggiante e la strada è circondata da boschi dall'aria impenetrabile,
ma qua e là il paesaggio si apre e posso allungare lo sguardo sulla costa che
ormai si staglia in lontananza. La strada non è molto trafficata, anche se non
posso evitare di notare che, a differenza di quanto accade in altri paesi, gli
automobilisti non si fanno scrupolo di superarti a velocità sostenuta e
facendoti il classico "pelo". Le decapottabili sportive con targa straniera,
invece, mantengono le distanze, ma ai miei occhi sembrano proprio pesci fuor
d'acqua.
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Levanto è ormai lontana |
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La strada provinciale sale in mezzo al bosco |
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Panorama dal santuario |
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L'interno della chiesa |
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Il lungo edificio porticato della foresteria |
Quasi all'apice della salita, faccio una piccola deviazione per visitare il
santuario di Soviore, dal quale si gode di una bella vista sulla baia
di Monterosso, primo comune delle Cinque Terre. Nei chilometri successivi la strada si mantiene ad un'altezza più o meno
costante, con qualche disesa e piccole risalite, offrendo scorci suggestivi
sui restanti paesi: Vernazza, Corniglia, Manarola e
Riomaggiore. Abbandonata la SP38, il passaggio di auto e moto si fa
decisamente più rado, tranne che nei punti più panoramici dove tutti sostano a
bordo strada per fare lo scatto più spettacolare. Qualche metro più avanti o
più indietro non fa tutta questa differenza, la vista è comunque mozzafiato.
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Vista verso Monterosso |
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Tra il Vietnam e le Maldive, la Liguria |
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Dalla vegetazione rigogliosa sembra spuntare Corniglia |
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Corniglia vista da ponente |
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Terrazzamenti coltivati a vigneto vicino a Corniglia |
In quest'occasione ho deciso di non scendere in nessuno dei cinque noti paesi,
che ho visitato più volte in passato. Non mi va di infilarmi in mezzo ai
turisti, e poi quei borghi medievali arroccati sugli scogli non sono certo
l'ideale per pedalare. Ma più che altro, ogni discesa porterebbe
inevitabilmente altra salita, e per oggi mi ritengo soddisfatto anche così. In
questo modo, il percorso risulta piuttosto breve, e nel vano tentativo di
trovare un posto tranquillo e panoramico in cui pranzare con la focaccia
comprata a Levanto, raggiungo la fine della strada panoramica, che dopo
Manarola perde un po' della sua aria pittoresca: carreggiata più larga, tratti
rettificati con alti viadotti e gallerie quasi da autostrada. Alla fine mi
fermo nei pressi di un chiosco bar sopra a Riomaggiore, poco prima dell'ultimo
tunnel che porta alla lunga discesa verso La Spezia. Il primo regionale
diretto disponibile mi riporta a Genova, dove sosterò ancora qualche giorno
prima di tornare a Granada...
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Groppo (si chiamerà così perché non fa parte delle cinque terre?) |
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Viadotto della via litoranea tra Manarola e Riomaggiore |
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Ecco, ora che ho aperto la fotocamera è scattato il verde... |
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Riomaggiore |
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In lontananza si scorgono il promontorio di Portovenere e l'isola Palmaria |
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Panorama de La Spezia |
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Si torna a casa |
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