Da Granada al Pico del Veleta e ritorno

Ecco un'impresa che non penso ripeterò in tempi brevi, e magari quando avrò voglia di bissare scoprirò di non averne più l'età. Intanto mi sono tolto lo sfizio: la strada più alta d'Europa, che raggiunge il cuore della Sierra Nevada, è caduta sotto le ruote di Virtudes. 

Ci ero andato vicino un paio di anni fa, restando sorpreso dalla mia prestazione, ma senza riuscire a raggiungere la vetta. Ero troppo indisciplinato nel gestire le mie energie e scordavo sempre di bere con regolarità, cosa che sulla lunga distanza si paga a caro prezzo. C'è voluto il Garmin con i suoi avvisi automatici ogni 20 minuti per imparare a idratarmi come si deve!

        

Comunque, sono partito da casa intorno alle 6 perché volevo avere un discreto vantaggio rispetto ai compagni d'avventura (eh sì, stavolta non ero solo). Loro viaggiavano su bici da corsa noleggiate per l'occasione ed erano decisamente più allenati di me, per cui era impensabile procedere in gruppo fin dall'inizio. La salita è lunga ma regolare, e il traffico, in estate, quasi assente. Inoltre, rispetto alla volta scorsa ho seguito un percorso più diretto e senza dislivelli inutili, quindi tutto è filato liscio.




Intorno alle 11 ci siamo ritrovati al parcheggio di Hoya de la Mora, dove abbiamo consumato una veloce colazione al chiosco bar. Pensavo che mi avrebbero acciuffato prima, ma uno di loro ha avuto qualche piccolo problema tecnico e si sono dovuti fermare poco dopo la partenza. In compenso, appena ripartiti verso la cima (mancavano ancora 800 metri di dislivello), mi hanno seminato ai primissimi tornanti. 



        

Io ho proseguito al mio ritmo per non forzare le gambe, ma la stanchezza e l'altitudine stavano iniziando a farsi sentire. L'ultimo tratto per raggiungere il pico del Veleta (3392m) è difficilmente percorribile in bici (anche se ho visto un tizio in gravel salire e scendere senza staccare i piedi dai pedali), ma conoscendo il sentiero avevo già messo in conto la scarpinata finale con tanto di bici in spalla.


Ho incrociato gli altri poco prima della vetta, già che, non vedendomi arrivare, stavano iniziando a scendere. Questione di minuti, comunque. Raggiunta la meta ho fatto le foto di rito, e poi giù di nuovo fino al bar dell'ostello, dove abbiamo pranzato tutti insieme.

    


    

La discesa fino a Granada è stata un orgasmo senza fine, tutto su asfalto e con picchi di 60km/h a cui sono poco avvezzo, ma viaggiando in gruppo con stradisti ho fatto il possibile per mantenere il ritmo, anche se con la mountain bike in discesa non posso spingere più di tanto.

            

Totale: 3000 metri di dislivello in 46km, 9 ore in sella tra andata e ritorno. Grazie agli amici Pietro, Enrico e Nico che con la loro decisione e voglia di avventura hanno reso possibile questa scalata anche a un cicloturista come me!


Nota: il profilo altimetrico registrato non è corretto. Durante la colazione ho messo in pausa il navigatore, e il risultato al riattivarlo è quel picco fuori scala che si vede a 2/3 della salita. D'ora in poi non tocco più nulla fino all'arrivo!



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