RONDA SUR giorno 7: Alozaina - Coín - Mijas - Benalmádena

 Più riposato della scorsa notte, sono partito presto dall'hostal e ho fatto colazione nell'unico baretto aperto del paese. Tra l'altro, la mia camera era al 4°piano, ma incredibilmente la bici entrava in ascensore e ha dormito accanto a me. 

Il percorso di oggi attraversava l'entroterra di Malaga, tra colline coltivate, campi e villette (cortijos) con più o meno pretese a seconda del budget dei proprietari. Le vie secondarie da me scelte si sono rivelate un'ottima alternativa alle strade principali, tranne per qualche acrobazia necessaria per superare gli ennesimi danni delle recenti piogge. Vento decisamente più forte di ieri, sempre da SE. In un paio di occasioni mi ha obbligato a mettere i piedi a terra per non sbilanciarmi. 

La discesa in uscita dal paese di Alozaina.

Stradina solitaria tra le colline, un po' Toscana, un po' Sicilia... ma è Andalusia.

Sierra de las Nieves, ieri ero lassù...

Strada interrotta per frana. Sentiero alternativo sulla destra.

Leggero saliscendi verso la costa

L'arca di Noè arenata in giardino. Ha piovuto davvero tanto...

Tratto di sterrato lungo il Río Perellas.

        

Un giretto per il centro di Coín.

        

Pausa pranzo in un luogo surreale, il "Castillo de la Mota", obbrobrio edilizio incompiuto in cima a una collina che domina la zona di Alhaurín el Grande (curioso nome per un paese). Il castello è un'accozzaglia di elementi medievaleggianti montati su una struttura in cemento armato, ma è così emblematico che meritava una visita. Mentre risalivo la collina ho iniziato (di nuovo) ad avere problemi di connessione, e l'ultimo messaggio arrivato da casa parlava di un black-out in tutto il palazzo. Poi più nulla.

Recinzioni e proprietà private ovunque, guai a te se mi calpesti l'erba!

        

Pausa pranzo al castillo de la Mota. Peccato non si possa entrare.

        

L'ultimo sguardo dal castello prima di ripartire.

Da qui in poi tocca un po' d'asfalto, ma è l'ora della siesta.

E finalmente, il mare.

Selfie a tempo (buona la prima)

Ho proseguito sulla mia strada, e raggiunta la costa il  cambio d'ambiente è stato notevole. Le villette si sono trasformate in mansioni hollywoodiane, aree residenziali vista mare con accesso privato, piscine sparse come funghi prataioli, templi buddisti... e sulla strada macchinoni guidati a tutta velocità da ex-hippie col parrucchino, che se li saluti con "
Hola" ti rispondono "Hi". Però il cellulare continua a non prendere. 

Poi arrivi al cancello di casa degli amici che ti ospiteranno per la notte, e premi il campanello, ma non suona. Allora ripensi alle code viste davanti al supermercato, al semaforo spento... e capisci che c'è qualcosa che non va (*). Ti senti come quell'astronauta che al ritorno sulla terra scopre che il mondo non è più come lo aveva lasciato. Che abbia spinto troppo sui pedali superando la velocità della luce?

Uno sguardo a Mijas dalla provinciale A-387

        

Benalmádena. A sinistra e in basso, la famosa stupa dell'illuminazione (in pieno black out)

        

(*) Per chi non sapesse di cosa sto parlando, basta cercare "Black out penisola iberica 2025" su qualsiasi motore di ricerca.

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