Oggi ho percorso quasi esclusivamente strade asfaltate, anche se in parte si
trattava di vie secondarie o piste ciclabili. Dopo I parchi naturali e le aree
turistiche, è toccato all'altra faccia della medaglia: le zone depresse, le
piantagioni che si estendono a perdita d'occhio creando quello che viene
definito, a ragione, il mare di plastica. Paesi e intere aree urbane
dove gli immigrati africani o magrebini sono quasi gli unici abitanti, in
attesa di lavorare nelle serre dalle quali proviene buona parte della verdura
(pomodori, peperoni, meloni) che va a finire sul mercato.
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L'unico tratto in cui sono riuscito ad evitare la statale passando su
quel che resta della vecchia strada costiera
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Passeggiata a mare di Aguadulce
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Area naturale protetta. Almeno qui, niente seconde case e coltivazioni
intennsive.
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Passeggiata Puerta verde de Roquetas de Mar
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Se volete altra plastica, sapete dove trovarla
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La Mojonera - el mar de plástico visto dalla strada
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Una lunga pista ciclabile attraversa l'area, molto frequentata dagli
stagionali che raggiungono il posto di lavoro su vecchie bici arrugginite o
monopattini elettrici (i più "ricchi"). Ho scambiato due parole con un ragazzo
africano di nome Mamadou, che ha lavorato un anno come bracciante in Puglia.
Ora è finita la semina, fino a settembre non lo vogliono più. Prima di
salutarci, mi ha chiesto se per caso non avessi lavoro per lui, a Granada...
Ho fatto pochi video, non mi andava di andare in giro con l'action cam sul
casco come un Teletubbie, già così ero abbastanza alieno. Più avanti monterò i
momenti migliori per caricarli su Youtube, per ora accontentatevi delle foto.
I cani a guardia delle proprietà, pur se dietro ai cancelli, mi hanno reso
difficile il compito, anche se qualche bello scorcio sono riuscito a scovarlo.
Una cosa però l'ho capita: el mar de plástico si vede solo dall'alto,
quando ci passi in mezzo non è altro che un vialetto tra due serre.
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La pista ciclabile e la statale in un momento di calma
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Ovunque, tabelloni pubblicitari a tema
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Vecchie case tra la strada e le serre
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Eccoci in mezzo al mare. Niente drone, per cui...
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Almeno posso sbirciare un po' dentro. Qui ci vorrebbe un po' d'acqua.
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Ecco, se salgo su un muretto qualcosa si vede...
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Il famoso peperone tardivo di Almería
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Mi addentro tra le serre lasciando la statale
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Non voglio sapere di cosa si nutrano quelle pecore.
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Un altro sguardo da una posizione elevata
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Cane pericoloso, guai a chi tocca i pomodori!
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Balanegra - Villette e serre
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Navighiamo ancora un po', e tra poco si torna sulla costa
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Pista di terra battura tra le serre e il mare
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Pescatore solitario
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Continua la pista in direzione di Adra
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Vecchi scafi |
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Un ultimo sguardo al mare di plastica. Adiós.
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Per pranzo mi sono fermato a cucinare un piatto di taglierini conditi con un
pomodoro raccolto in strada. Il vero protagonista però è stato il luogo della
sosta, ovvero le rovine del vecchio campeggio di Adra, demolito non so
quando ma ancora liberamente accessibile. C'ero stato nell'estate del '96, in
viaggio con amici, e ritrovarlo in quello stato mi ha reso ben evidente quanto
tempo sia passato da allora. Spero di essermi conservato meglio di quella
piscina.
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L'ingresso del vecchio campeggio
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Rampa d'accesso alle piazzole
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Quel che resta della piscina e dei bagni
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Qui qualcuno si è davvero divertito...
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In cerca del posto migliore per pranzare
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Rotonda all'ingresso de La Rábita
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Virtudes e i suoi selfie. Io per oggi passo.
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Ora sono in campeggio nella piccola località di Castillo de Baños, già in provincia di Granada, nel punto da cui domani inizierò la risalita
verso casa. Purtroppo oggi è sabato, e pago pegno per aver dimenticato
un'altra volta che per la gente di qui il campeggio non è un luogo di
riposo, ma di svago, dove si va a fare festa con musica e balli fino
all'alba. Per fortuna porto sempre con me i miei tappini...
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Il mare lambisce il campeggio
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Per lo meno, il rumore delle onde attutisce la musica festaiola...
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