GENOVA-GRANADA giorno 5: Da Callian a Draguignan

Oggi ho capito che quella di ieri non era acqua, era soltanto pioggerella. Oggi ha piovuto sul serio.
Ma andiamo con ordine.

Dopo la nottata movimentata di ieri sono partito leggermente in ritardo sui tempi per dar modo al powerbank di ricaricarsi almeno all'ottanta per cento (lo avevo attaccato a una presa nei bagni del camping).
Non pioveva ancora.



La vecchia stazione di Seillans

Notre Dame de l'Ormeau




Viaduc du Rayol

A pochi chilometri da Callian ho trovato una boulangerie aperta e ho comprato un panino per il pranzo, anche se non c'era opzione vegetariana e ho ripiegato su omelette, lattuga, pomodoro e prosciutto (o una roba simile) pensando che avrei fatto felice qualche cane lungo la strada. Il primo che mi si è presentato, però, è stato un gattone che mi si è avvicinato strusciandosi sulla bicicletta. Aveva l'aria di essere sazio, perché ha spiluccato qualche pezzo di prosciutto lasciandone buona parte.

Il paesino, Claviers, era pittoresco e tranquillo, per cui ho deciso di pranzare in anticipo. E ancora non pioveva. Anzi, appena ripartito è spuntato un timido sole e mi sono tolto lo scafandro. Poi ho abbandonato per buona parte la statale per seguire di nuovo la vecchia ferrovia, che si inoltra in zone boscose poco abitate e molto scenografiche.



Claviers e amici felini

Dopo una lunga discesa ho attraversato vigneti e pascoli di capre, fino a quando ho sentito le prime gocce e il cielo davanti a me si è fatto plumbeo. Sosta obbligata per rimettere giacca impermeabile e pantaloni con copriscarpe. 


Callas


Chemin de la Clue (Figanières)

Il cielo promette pioggia

Al mio arrivo a Draguignan, una cittadina un po' più grande delle precedenti, ha iniziato a tuonare. Questa volta l'incedere della pioggia non è stato graduale, ma un vero e proprio muro d'acqua che mi ha sorpreso in una zona senz'altro riparo disponibile se non un grosso albero sul ciglio della strada. Quella che a me sembrava una fermata del bus era in realtà un chioschetto che vendeva mazzi di mughetto, che dev'essere un simbolo di questa giornata festiva (lo vendono ovunque).

Il mio programma di oggi prevedeva di percorrere una settantina di chilometri fino a Salernes, contando che la pioggia avrebbe scemato in serata, ma a questo punto le opzioni erano due: proseguire a oltranza incurante del diluvio e senza fare fermate per non raffreddarmi, oppure ripiegare di nuovo su un camping segnato pochi chilometri fuori rotta.

Ecco, se a qualcosa sono serviti i vari test fatti prima della partenza, è a capire che gli abiti impermeabili funzionano, ma se ti si bagnano le scarpe sei al capolinea. E il rischio era alto, per cui... campeggio.

Arrivarci non è stato semplice perché per non bagnare il cellulare lo tenevo in tasca tirandolo fuori di tanto in tanto per verificare che il cammino fosse corretto, ma solo quando trovavo un riparo valido. In uno di questi frangenti il telefono ha deciso di sua spontanea volontà di scattare una foto e di inviarla ad alcuni contatti su whatsapp. I pochi fortunati ora possiedono uno scatto rubato del mio taschino che in futuro varrà milioni!

Quanto al camping, anche questa volta sono riuscito a spuntarla e a installarmi sotto la tettoia di una mobile home sfitta (pure qui è quasi deserto).



Gli aneddoti sulle mie conversazioni in quasi-francese non mancherebbero, ma adesso è ora di dormire. Ah, ha smesso di piovere e domani danno sole!

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