Mattinata difficile iniziata con un temporale da film alle 5:20 circa. Ma
finché si sta nel sacco a pelo al riparo della tenda, tutto bene. I problemi
iniziano quando ti devi alzare e dare il via alle operazioni di smontaggio.
Alle 7 sembrava avere smesso, per cui mi sono dato da fare, ma l'intervallo
tra primo e secondo tempo è stato troppo breve e lo spettacolo è ripreso prima
che potessi smontare del tutto il campo.
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La tenda non ascigherà del tutto, ma almeno finché piove me ne resto qui |
Insomma, dopo aver atteso che smettesse di piovere sotto al tettuccio della zona
lavanderia, e dopo avere effettuato le operazioni di sommaria asciugatura,
sono riuscito a partire dal campeggio che erano già le 11.
A Gandía mi sono fermato qualche minuto per cercare il famoso palazzo Borgia,
ma dall'esterno si vede ben poco a causa degli alberi e di altri ostacoli
architettonici che lo circondano. Da qui però ho imboccato una pista ciclabile
e mi sono diretto verso la via verde del Serpis, che segue il tracciato
della vecchia ferrovia tra le montagne. Ho attraversato alcuni paesi che non
mi hanno lasciato un gran ricordo (ero troppo concentrato a non sbagliare
strada e timoroso che quel cielo scuro mi scaricasse addosso altra
acqua).
Poi, un po' di salita a spinta su una strada asfaltata ma ripida cercando di
non schiacciare le decine di ranocchiette che affollavano il selciato, e
finalmente mi sono ritrovato nella vallata del fiume Serpis. Il percorso della
vecchia ferrovia non è molto lungo, ma si è rivelato il tratto più
interessante della tappa di oggi, intervallato da diverse fermate per
osservare le rovine sparse lungo la via (la "Fábrica de la luz",
vecchia centrale idroelettrica, le stazioni del treno, un castello, ecc...).
Paesaggio spettacolare e quasi deserto, dove mi sono preso il mio tempo anche
per cucinare l'ennesimo cous-cous con il mezzo peperone che mi portavo dietro
da un paio di giorni.
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Si va verso i monti |
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Inizia il percorso ciclo-pedonale |
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Uno dei tanti tunnel scavati nella roccia. Niente luci qui, per fortuna sono corti. |
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Il fiume Serpis |
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Pranzo al sacco |
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L'interno della fábrica de luz |
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Esco dalla vallata e mi ritrovo in mezzo ai campi |
Il paese di Muro de Alcoy era tutto addobbato per la festa della
patrona, ma al momento le strade erano deserte ed io avevo già la pancia
piena, per cui ho proseguito senza fermarmi.
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Attraversando Beniarrés |
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Muro de Alcoy |
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Il castello di Muro de Alcoy addobbato a festa |
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In uscita dal paese |
Cocentaina invece avrebbe meritato una visita un po' più approfondita,
perché nonostante una certa trascuratezza dal punto di vista urbanistico, il
centro storico mi è sembrato ben conservato e ricco di palazzi interessanti.
Uno su tutti: il Palau Comtal, nel quale ho fatto una capatina senza
scendere di sella, giusto per dare un'occhiata.
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Piazza del centro di Cocentaina, invasa dalle auto in piano stile anni '80 |
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Scorcio del Palau Comdal |
Per fortuna, per il resto della giornata non ha più piovuto fino ad
Alcoi (o Alcoy), già provincia di Alicante, dove sono arrivato
nel tardo pomeriggio.
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L'arrivo ad Alcoy sul ponte di Sant Jordi |
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Plaça d'Espanya. Anche qui c'è appena stata festa, ma è tutto finito. |
Stavolta alloggio in un appartamento insieme a due studenti rumeni, uno dei
quali si è messo ora a cucinare (23:27). Io, avendo a disposizione un
microonde, ho comprato una fantastica porzione di lasagne surgelate e
sono pronto per andare a dormire, anche se dal piano di sotto mi giungono voci
e i bassi di uno stereo. Prima ho visto arrivare dei giovani (tuchi, credo)
tutti agghindati. Alcoy è una città universitaria e oggi è venerdì... per cui
recupero dalla borsa i miei tappini e mi lascio sprofondare nel letto, che
comunque sembra comodo. Virtudes è qui accanto a me, già addormentata e un po'
infangata... ma devo dire che è più bella così!
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