GENOVA-GRANADA giorno 17: Da Tarragona a Cala d'Oques

Dopo aver passato le prime ore della giornata ammirando le rovine dell'Impero, lascio una Tarragona ancora assonnata senza attendere l'orario di apertura dei monumenti (le 10:00). Avrei voluto percorrere (a piedi) la passeggiata archeologica lungo le mura della città, ma non mi va l'idea di partire troppo tardi. E poi il giro delle mura l'ho fatto comunque, anche se dall'esterno. Impressionante immaginare cosa dev'essere stata la Tarraco romana, visto che già quel poco che ne resta (ma non pochissimo) appare imponente.

Piccioni a spasso in una città addormentata

Le imponenti mura e una porta della città antica



La cattedrale gotica, là dove sorgeva il tempio di Augusto


Resti dell'antico foro provinciale


Anfiteatro con vista mare

Una parte delle mura


La base megalitica delle mura (romane?)


Abitazioni costruite nelle antiche mura

Riprendo il percorso là dove lo avevo interrotto ieri, con una deviazione verso nord che mi porta a visitare l'antico acquedotto, accessibile soltanto dall'autostrada o da un sentiero che attraversa i canneti e che mi offre la possibilità di sfogare l'indole trialera di Virtudes. Soltanto qualche giorno fa sono passato a pochi chilometri da un altro acquedotto romano molto simile a questo, quello di Pont du Gard, vicino ad Arles. Però l'ho lasciato volutamente fuori dal percorso perché lo avevo già visitato diversi anni fa.

Pont del Diable (che sembra essere il nome di tutti i ponti in Catalogna)


Dopo questa prima, fugace tappa, scendo nuovamente verso la costa e faccio rotta ad ovest. Prima di tirare il fiato devo superare il porto e la zona industriale, dove un'improvvisa pioggerella mi porta a pranzare sotto la tettoia di un capannone abbandonato con una pittoresca vista su un impianto chimico.


Pranzo al Belvedere Chemicals

Alla fine erano solo due gocce. Si riparte e, dopo aver costeggiato il parco divertimenti PortAventura, raggiungo una delle località più turistiche della zona: Salou.


Salou

Castello di Salou

Nonostante la bassa stagione, i ristoranti che si susseguono senza soluzione di continuità sono tutti affollati. Famiglie a passeggio, pensionati in villeggiatura, soprattutto olandesi e inglesi. L'odore di pesce fritto mi accompagna per diversi chilometri. Nessuno fa il bagno, l'aria fresca e il cielo coperto non invitano, ma per me che adoro le spiagge deserte è una gran bella vista. La pedalata è lenta perché segue una pista ciclabile piuttosto contorta e spesso invasa dai pedoni. Ma non c'è fretta, la tappa di oggi è corta e senza troppe incognite, almeno sulla carta. Giusto qualche metro non previsto di sabbia e fango, tanto per non cedere alla noia. 

Ops, si prosegue a piedi

La mia intenzione era quella di evitare la carretera nacional, ma dopo essermi impantanato un paio di volte e aver attraversato per sbaglio una proprietà privata, ho preferito tornare sulla strada, comunque non troppo trafficata. 


Nel tardo pomeriggio ho raggiunto il camping prefissato, nell'ultima unghia di spiaggia prima delle montagne. Qui perfino il proprietario è straniero e mi ha accolto parlando inglese (visibilmente compiaciuto che io sia in grado di rispondergli). 

Il camping dalla spiaggia. Ma io sto in collina, che costa meno.

Per chiudere la tappa, passeggiata a piedi nudi sul bagnasciuga e cenetta in tenda.
Da due minuti a questa parte si è scatenato l'inferno di pioggia e vento... Speriamo che scarichi tutto e che domani rispunti il sole!

Passeggiata sul bagnasciuga e ravioloni di spinaci


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